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Il Consiglio europeo, nella sua dichiarazione del 26 marzo, ha invitato l’Eurogruppo a presentare proposte sulla risposta economica alla pandemia di COVID-19. Sul tavolo c’era l’ipotesi, osteggiata soprattutto dall’Olanda e dalla Germania, dell’emissione di titoli di debito europei (i c.d. Eurobond) per fronteggiare le esigenze di sostegno all’economia nei paesi colpiti dalla pandemia.
L’Eurogruppo di ieri non ha proposto i cosiddetti Eurobond ma ha “convenuto di lavorare su un un Fondo di Recupero (Recovery Fund) per preparare e sostenere la ripresa, fornendo finanziamenti attraverso il bilancio dell’UE a programmi progettati per rilanciare l’economia in linea con le priorità europee e garantire la solidarietà dell’UE con gli Stati membri più colpiti . Tale fondo sarebbe temporaneo, mirato e commisurato ai costi straordinari dell’attuale crisi e contribuirebbe a diffonderli nel tempo attraverso finanziamenti adeguati. Fatte salve le indicazioni dei leader, le discussioni sugli aspetti giuridici e pratici di tale fondo, comprese le sue relazioni con il bilancio dell’UE, le sue fonti di finanziamento e gli strumenti finanziari innovativi, coerenti con i trattati dell’UE, prepareranno il terreno per una decisione“.
Le altre misure proposte sono:
Rafforzamento delle attività della Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Favorire l’iniziativa della BEI di creare un fondo di garanzia paneuropeo di 25 miliardi di Euro, che potrebbe sostenere finanziamenti di 200 miliardi di Euro per le piccole e medie imprese, in tutta l’UE, anche attraverso le banche nazionali. L’Eurogruppo ha invitato la BEI a rendere operativa la sua proposta il più presto possibile impegnandosi a garantirne la complementarità con altre iniziative dell’UE e il futuro programma Invest UE.
Attivazione del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) per le spese sanitarie legate al Covid-19. L’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati membri dell’area dell’euro che richiedono assistenza si impegnino a utilizzarla per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi COVID 19. L’accesso concesso sarà parametrato al 2% del PIL del rispettivo stato membro alla fine del 2019.
Sure. L’Eurogruppo ha accolto con favore la proposta della Commissione del 2 aprile di istituire uno strumento temporaneo a sostegno degli Stati membri per proteggere l’occupazione nelle specifiche circostanze di emergenza della crisi COVID-19. Questo strumento fornirebbe assistenza finanziaria durante il periodo della crisi, sotto forma di prestiti concessi a condizioni favorevoli dall’UE agli Stati membri, fino a un massimo di 100 miliardi di Euro, basandosi il più possibile sul bilancio dell’UE, garantendo al contempo sufficienti capacità di sostegno alla bilancia dei pagamenti e garanzie fornite dagli Stati membri al bilancio dell’UE. Lo strumento potrebbe principalmente sostenere gli sforzi per proteggere i lavoratori e l’occupazione, nel rispetto delle competenze nazionali nel campo dei sistemi di sicurezza sociale e alcune misure relative alla salute.
Si tratta di quattro iniziative a sostegno dell’economia che a mio avviso risultano insufficienti e palliative in un contesto di crisi come quello che stiamo vivendo e che nei prossimi mesi si mostrerà in tutta la propria drammaticità, soprattutto in un paese come l’Italia che era già in una condizione di debolezza.
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