Le valute complementari hanno la caratteristica di affiancare la moneta avente corso legale e di sostituirla all’interno di un gruppo sociale che decide di adottarle. La valuta complementare può assumere diverse forme, dal buono sconto alle miglia accumulate dai viaggiatori aerei, dai barter basati sullo schema dello scambio di merci in compensazione ai buoni pasto. Le monete complementari non competono con la moneta avente corso legale, l’emissione è centralizzata ed ogni unità rappresenta un titolo di credito del possessore nei confronti dell’organismo emittente.
Le criptovalute invece, per la loro specifica natura e per i protocolli informatici che ne regolano il funzionamento nonché la produzione di nuove unità di valuta, non sono un titolo di credito nei confronti di un soggetto emittente. In realtà si può tranquillamente affermare che un soggetto emittente le criptovalute (ovvero un soggetto giuridico determinato che produca la monete) neanche esista, essendo l’emissione di nuove unità di valuta basata su una rete informatica con una struttura peer to peer .
Le criptovalute rientrano nella nozione di beni mobili fungibili ai sensi degli artt. 810 e 812 del codice civile.
Le criptovalute vivono di vita propria ed il loro valore di scambio viene stabilito dal mercato, così come avviene per le altre unità di misura relative di valore come ad es. i metalli preziosi.
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